[SUONO] [MUSICA] [MUSICA] [MUSICA] La grande piscina di acqua dolce, detta kothon, che era alimentata dalle sorgenti di questa area di Mozia, era collegata a un tempio, questo tempio ci servirà forse a conoscere, ci può aiutare a conoscere le credenze dei Fenici trapiantati in Occidente. Il centro di tutto, il punto da cui tutto era nato, è questa fossa, che in realtà è una sorgente, oggi secca, ma solo perché siamo alla fine dell'estate, che era collegata con il bacino sacro, e che ovviamente alimentava anche il pozzo sacro al centro della corte del tempio. Questo pozzo era molto importante, come vedete non ha una vera, cioè non ha un bordo, perché si facevano delle attività cultuali nelle quali si doveva accedere direttamente all'acqua. Esso infatti comunicava con le acque sotterranee, le acque che erano dominate dal dio Baal. Allo stesso dio era dedicato questo obelisco, quindi un obelisco che invece ci riporta alla funzione astrale delle divinità, come vedremo anche dopo, un canale sotterraneo, che adesso vi faccio vedere, questo canale collegava direttamente proprio l'obelisco e il pozzo sacro con la vasca. Tutto quanto quindi era collegato in questo edificio alle acque e alle stelle. Andiamo a vedere come era la sua struttura architettonica, il portale principale guardava verso sud, ai lati dell'ingresso si trovavano due piccoli pilastri, questi pilastri erano un segno del fatto che si trattava di un edificio sacro. Dal vestibolo si arrivava direttamente nella corte centrale, in questa corte erano l'obelisco, il pozzo sacro e una piattaforma per sacrifici, che aveva accanto un foro dove venivano effettuate le libagioni, questo che adesso vi sto mostrando, ossia in cui venivano versati dei liquidi profumati offerti alla divinità. Da questo ambiente si poteva poi... ecco vedete il canale di scolo per le libagioni, da questo ambiente poi si passava in un'altra grande aula rettangolare dove allo stesso modo erano eretti dei monumenti, alcuni dei quali sono stati strappati al momento della distruzione del tempio. Una delle basi più interessanti di questi monumenti, la vedete, è un grande blocco di pietra piatto, una lastra in cui in realtà è inciso lo schema planimetrico dello stesso tempio, cioè un rettangolo con ai lati due ali, una sul lato est e una sul lato ovest. Accanto si trovava una stele, di cui vedete questa era la base, e sempre con questi allineamenti molto interessanti che sono gli allineamenti sia all'interno delle architetture, ma anche rispetto ad altre cose, per esempio in questo punto è stato trovato un chiodo infisso, che probabilmente ci ricorda un segnale per indicare la posizione di un astro nel cielo. Infatti in tutta l'area sacra ci sono questi punti di riferimento collegati alle stelle, due porte simmetriche poi immettevano verso l'esterno, dove nella fase più recente di vita dell'edificio, ecco qui vedete l'antica facciata, è invece stato aggiunto questo corpo ulteriore costituito da tre ambienti e con un nuovo più monumentale ingresso, quello dove sto passando in questo momento, fiancheggiato da due piedritti che dal 480 a.C. in avanti fu il principale ingresso a tutta l'area sacra. Questa area sacra, come avevamo già visto, è racchiusa all'interno di un recinto circolare. Il tempio di Baal, o tempio del kothon a Mozia, ebbe una lunga storia, fu costruito per la prima volta nell'ottavo secolo, fu poi ricostruito alla metà dell'ottavo secolo, ma la sua forma più monumentale che conosciamo si deve alla grande ricostruzione della metà del sesto secolo, attorno al 550 a.C. Questa volta l'edificio fu regolarizzato, fu dotato di due ali, una orientale, che già aveva, una occidentale con un portico che dava verso la grande banchina del kothon, ossia la piscina sacra che era stata ad hoc ricostruita contemporaneamente. Si tratta di un edificio di cui per la prima volta conosciamo la divinità titolare grazie al ritrovamento in un pozzo sacro, in una piccola favissa, nella quale è stata ritrovata, insieme a tante offerte votive, questa favissa veniva ogni volta riaperta, per far affiorare l'acqua dolce che si trovava nell'area sacra e che era l'elemento più caratteristico del tempio del kothon. Qui proprio è stata ritrovata su un'ansa di un aryballos laconico un'iscrizione greca che dice: EIMI BELIOS IAROS, cioè sono sacro a Belios, il nome greco di Baal, questa identificazione è molto importante perché conferma tutte le ipotesi che sono state fatte sul significato dell'area sacra, una delle più grandi aree sacre puniche rinvenute nel Mediterraneo. Ma vediamo quale era la struttura del tempio. Nella sua prima configurazione questo tempio si caratterizza per la suddivisione dell'edificio principale in tre navate attraverso due file di pilastri con un ingresso che però non è assiale, come siamo abituati noi nelle nostre chiese, ma è in un angolo di questo edificio. Quindi si crea una struttura nella quale si entra in queste tre navate, dove la navata centrale oltre tutto è una corte, cioè è a cielo aperto, e in essa si trovano poi i luoghi dove il culto viene effettuato dai sacerdoti. Quindi il luogo dove si effettua il culto principale è proprio la corte al centro, con l'obelisco sacro e il pozzo sacro, le celle laterali servono semplicemente per adorare la statua della divinità, in particolare la cella settentrionale. La struttura del tempio è caratterizzata da un ingresso, di cui parleremo, dalla scansione degli spazi attraverso l'inserimento di questi piedritti o pilastri, ossia dei blocchi di pietra squadrati verticali, che servivano a sorreggere lo scheletro dell'edificio, è caratterizzato dalla planimetria che segue uno schema orientale, lo schema cosiddetto del four room building, che era molto diffuso in tutto il Levante dell'età del ferro e che veniva usato in particolare per gli edifici pubblici, non solo per i templi, con tre ambienti appunto, tre pièces parallele e una trasversale, e qui vediamo alcuni di questi edifici di confronto, in Palestina, ma anche forse il più significativo a Cipro, a Kition che fu una colonia fenicia a Cipro nel tempio di Astarte, anche lì, vedete, ci sono queste divisioni in tre navate e c'è questo ingresso presso un angolo della struttura dell'edificio, però forse è proprio il portale del tempio di Mozia l'elemento più distintivo. Questo portale intanto è costruito in grandi blocchi, in grandi lastre, con un'ampia soglia, è caratterizzato dalla presenza di due piccoli pilastrini ai lati delle ante che aggettano nella soglia, e queste ante sostenevano delle lesene, dei pilastri, che sono state ricostruite grazie allo scavo del pozzo sacro, il pozzo sacro era stato chiuso buttandoci dentro i pezzi, diciamo così, della decorazione del portale del tempio. In cima soprattutto c'era un capitello, un capitello di tipo cipriota a palmetta come vedete qui. Sommando tutti i vari frammenti che abbiamo ritrovato, osservando delle stele del tofet di Mozia, mettendo insieme tutta questa documentazione, possiamo proporre questa ricostruzione: per la facciata del tempio, con all'interno il più importante simbolo di Baal che c'era in questo tempio, cioè questo grande obelisco, che era eretto accanto al pozzo sacro, questo tipo di ingressi in realtà si trovano in tanti templi, anche punici qui vedete il caso di Kerkouane, ma anche precedenti, del passato, cioè fenici, come a Tiro, nel tempio di Tiro rappresentato sui rilievi assiri del re Sennacherib, ma anche nel famosissimo tempio di Salomone di Gerusalemme, che aveva la stessa caratteristica, due grandi pilastri ai lati dell'ingresso, che non avevano una funzione portante, ma erano dei simboli divini, o nel caso di Mozia, possiamo addirittura pensare che si trattasse di bruciaprofumi, qui vedete un altro caso, che è quello di Palaepaphos rappresentato anche in dei modellini di argilla, ma anche con i veri e propri pilastrini che sono in questo caso dei fiori di giglio che sono stati ritrovati, quindi questo piccolo elemento è distintivo proprio in tutto il Levante dei luoghi di culto particolari, cioè dei templi più importanti. Un'altra caratteristica straordinaria di questo edificio di culto sono degli oggetti che sono stati ritrovati inseriti nel pavimento, tra questi questo chiodo rivestito di piombo con un significato ctonio, ma anche che ci ha fatto pensare a qualcosa che si riferisce al cielo perché a terra veniva raffigurata idealmente la mappa celeste che sempre i Fenici portavano nella loro mente, per potersi orientare nel mar Mediterraneo e questo è stato in modo strabiliante testimoniato da questo ritrovamento un puntatore di bronzo, con il dado ancora conservato che era stato usato per infiggerlo nel pavimento del tempio che serviva evidentemente per ruotarlo su uno strumento antico che purtroppo non abbiamo, potrebbe essere una sort of di astrolabio, o qualcosa dove si misurava l'altezza con cui si misurava l'orientamento e l'altezza delle stelle rispetto all'orizzonte. Questo strumento sarebbe stato fondamentale per la navigazione e sarebbe il più antico strumento noto ritrovato dagli archeologi finora di questo genere nel Mediterraneo. Perché l'orientamento era molto importante? Ce lo suggerisce l'intera struttura di tutta l'area sacra del kothon di Mozia, che in occasione della ricostruzione della metà del VI secolo viene riformulata attraverso un disegno molto preciso con un grande cerchio, di cui parleremo dopo, un grande temenos, un tempio e una piscina. Il tempio e la piscina, pure se sono collegati da un canale sotterraneo che porta le acque, pure se sono stati costruiti con lo stesso materiale edilizio, non sono paralleli, e questa differenza è di pochi gradi, circa nove gradi. Perché c'è questa differenza? Tenuto conto che la piscina ha l'asse maggiore orientato sull'asse nord-sud, nella direzione nord-sud? La spiegazione potrebbe essere che il tempio è stato orientato verso il punto dove all'orizzonte sorge la costellazione di Orione, che era la costellazione raffigurante proprio Baal, il dio a cui il tempio era dedicato. Quindi questa ipotesi, molto debole, molto difficile da dimostrare, però può essere un suggerimento, considerando anche che al centro del tempio abbiamo questo allineamento delle tre stele, l'obelisco e le due stele che proprio lo caratterizzano in un modo straordinario e che è un elemento ricorrente nei templi fenici e punici riferibile anche alla cintura di Orione, cioè a queste tre stelle allineate o alla spada, se volete, ma è meglio la cintura, perché la cintura è orientata est-ovest, sostanzialmente, cioè a 110 gradi, che caratterizzano questa costellazione. Chiaramente le costellazioni si muovono quindi questo è uno studio che è stato fatto calcolando il cielo dell'antichità orientativamente nel VI secolo, ma è molto probabile comunque che questo riferimento agli astri effettivamente sia plausibile anche per altri ritrovamenti che sono stati fatti nell'area sacra del kothon. Un reperto unico, la coppa Moussaieff, oggi conservata a Parigi, ci spiega un po' meglio queste idee dei Fenici. Vedete come questo piccolo oggetto, che ha un diametro quasi di 20 centimetri, presenta una rappresentazione di tante stelle, ma non sono tutte uguali, sono tutte diverse, perché ognuna di queste rappresenta un astro che veramente i Fenici conoscevano. Molte portano ancora le iscrizioni in aramaico col nome esatto dell'astro e soprattutto al centro si trova proprio Baal, il nostro protagonista, il dio del tempio di Mozia, che incede riconoscibile tra altre costellazioni, come il toro o l'ariete, e tante altre, le Pleiadi, si possono riconoscere l'Orsa maggiore, l'Orsa minore, che all'epoca avevano altri nomi, ma comunque si identificano tutte. Sul bordo della nostra coppa si trovano 365 tacche, quindi l'idea che il cerchio serviva per rappresentare il cielo nel suo movimento, nel suo divenire nel tempo era già stata elaborata dagli antichi e veniva utilizzata; è per questo che ancora oggi noi, qui faccio vedere un babbuino, perché questo animale, il cinocefalo, era l'animale sacro che salutava il sole al suo ritorno, la sua presenza nel kothon è sicuramente legata al ruolo di Baal come il dio guerriero facilitatore che porterà di nuovo a tornare il sole sulla terra, dopo il solstizio d'inverno. Ma dicevo che questa rappresentazione circolare è nota da tanti famosissimi monumenti, il più famoso di tutti è proprio lo zodiaco di Dendera, un soffitto scolpito in un tempio romano in Egitto, quindi un tempio dell'Egitto romano, tolemaico, straordinario, dove di nuovo vediamo il nostro dio Baal in questo caso nelle vesti di Osiride che appare tra le importanti costellazioni della volta celeste, incedente. E così ho preso altri esempi per mostrare come è sempre molto importante gli edifici circolari queste coperture anche a volta, come nello straordinario calidarium di Qusayr Amra in Giordania, sempre si rappresentano le costellazioni, e sempre una di queste è Orione, con un ruolo fondamentale. Quindi ancora oggi, questa è una mappa che è stata prodotta con un algoritmo nel 2015, usiamo il cerchio per rappresentare il cielo, e questo anche a Mozia ebbe un senso e fu realizzato, come vedremo nella prossima lezione. [VUOTO] [SUONO] [VUOTO]